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CORONAVIRUS E RAPPORTO DI LAVORO - DOMANDE E RISPOSTE - Avv. Arturo Strullato

  • 09/03/2020

Gli sviluppi degli ultimi giorni impongono scelte radicali al Governo che inevitabilmente incidono sui rapporti di lavoro.

Ecco alcuni dubbi interpretativi, ai quali, senza pretesa di esaustività, si cerca di rispondere.

- A seguito del Coronavirus sono insorti nuovi obblighi in tema di Salute e Sicurezza sul lavoro?

I datori di  lavoro sono tenuti a garantire l'incolumità dei dipendenti e pertanto sono tenuti a rispettare anche le nuove norme dettate dal Governo ed in costante aggiornamento.

L'azienda dovrà mettere a disposizione dei lavoratori dispositivi di protezione adeguati ad evitare il contagio (ad esempio guanti  e mascherine) ed erogatori di  disinfettante antibatterico. Inoltre l'azienda dovrà provvedere ad una accurata pulizia dei luoghi di lavoro.

Successivamente potrà essere consigliabile riesaminare il DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) per aggiornarlo alla luce dell'emergenza che stiamo affrontando.

- I lavoratori devono presentarsi al lavoro?

Sino a domenica 8 marzo, i lavoratori della c.d. "zona rossa" non dovevano presentarsi al lavoro per ordine dell'autorità.

Ora, nella nuova zona a rischio contagio costituita dalla regione Lombardia e da altre 14 province del nord Italia  è consentito recarsi al lavoro purché venga comprovato il motivo lavorativo dello spostamento con ogni mezzo (sono disponibili online delle autocertificazioni predisposte dal Ministero dell'Interno).

Al momento non esistono limitazioni per il resto del territorio nazionale.

I lavoratori in quarantena obbligatoria (malati colpiti  da COVID-19) in qualunque luogo si trovino non devono lavorare e non potranno quindi recarsi al lavoro.

Tale assenza è ovviamente riconducibile ad una assenza per malattia.

Se l'assenza è per quarantena volontaria (lavoratori che sono entrati in contatto con persone contagiate e/o sono stati in Comuni della ex zona rossa) ritengo diversamente che l'assenza si potrebbe inquadrare per ferie/permessi in attesa del responso dell'Azienda Sanitaria. Qualora il responso sia positivo l'assenza dovrà essere rimodulata in malattia.

- E se il lavoratore teme di essere contagiato, deve recasi al lavoro?

Pur con tutte le cautele del caso, per una situazione che si evolve di giorno in giorno e che potrebbe essere interpretata diversamente in ragione del luogo in cui accade, ritengo che ad oggi il semplice "timore" di essere contagiati, senza che ricorra alcuno dei rischi riconducibili alle fattispecie previste dalle nuove norme, non consentirebbe di ritenere l'assenza giustificata; da tale circostanza potrebbe scaturire un provvedimento disciplinare per assenza ingiustificata.

- Il datore di lavoro può imporre le ferie ai dipendenti?

Il DPCM pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l'8 marzo 2020 raccomanda ai datori di lavoro pubblici e privati di promuovere (fino al 3 aprile 2020) la fruizione da parte dei lavoratori dei  periodi di congego ordinario e ferie, ferma restando la possiblità di ricorrere allo smart working semplificato, previsto su tutto il territorio nazionale (art.1, lettera e).